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14 | cattive compagnie |
Sebiu sospirava.
— Ma sta meglio davvero?
— Ti dico, in mia coscienza, sta benone. Mi ha incaricato di dirti che se tu tardi a ritornare.... verrà lei da te!...
Sebiu non credeva a questo scherzo, ma per deferenza al sorvegliante fingeva di stizzirsi e protestava.
— Pottoi vuol venire qui? Che venga pure, se non è contenta del suo malanno. Si buscherà le febbri.
— Ma che febbri, ma che febbri! Se questo è un luogo sanissimo! Con l'aria del mare!...
— Intanto son vari giorni che io mi sento poco bene. Ho il capogiro, ho sonno: la mia testa è diventata un molino.
Il sorvegliante lo guardava, e ammiccava.
— Sai che male è il tuo? È il male dei gatti a primavera. Lascia venire tua moglie!
— Zio Efisè! Non dite questo — protestò di nuovo Sebiu, ma arrossì lievemente.
— Andiamo a tirar fuori i sacchi, — disse Fometto, avviandosi alla tettoia.
— Due sono nella capanna: mi occorrono perchè la notte ho freddo.
— Tua moglie.... potrebbe riscaldarti.... — ripeteva il sorvegliante, smuovendo i sacchi.
Ma Sebiu non aveva voglia di scherzare.