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Solitudine! 9


— Eccovi scorticato, buona lana! — disse Sebiu, e nonostante le preghiere del ferito, invece di bruciarla, attaccò la tonaca ad un piuolo, ricordandosi che quando era pastore faceva altrettanto con le pelli dei montoni appena scorticati. Poi si curvò di nuovo e aiutò l’uomo a slacciarsi le vesti macchiate di sangue.

— Su, coraggio! Un vecchio arzillo come voi non deve spaventarsi per così poco. Ne abbiamo viste, eh? E quegli uomini.... quei due o tre, dunque, son fuggiti? Di che colore avevano i baffi? Siete nuorese, buon uomo? Oh, ecco qui: avete la spalla tutta rovinata; è ferita di coltello? Brava gente i nuoresi, vero?...

— Di coltello.... di coltello, sì! Ahi, ahi, piano, cristiano! Sono un uomo morto! Piano! Sono morto!

— Se foste morto non gridereste così! Su, coraggio! Mettetevi giù: vi fascerò.

Fasciare, era presto detto: nella capanna non c’era uno straccio. Sebiu però non perdette tempo a guardarsi intorno. Si levò la giacca e il corpetto (egli aveva abbandonato il costume per economia) e si levò la camicia bianca, abbastanza pulita. Il suo dorso bianco ed agile come quello di un adolescente, ebbe,