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La medicina 175


dava bene; ma gli pareva d’aver altra volta veduto quel viso caratteristico, e di averlo trovato ridicolo. E fu contento nel vedere che il borghese si allontanava senza neppure guardarlo.

Smontato, picchiò forte con la mano aperta, ma nessuno apparve, e il rumore dei colpi battuti al portoncino si spense nel silenzio della strada.

Allora entrò tirandosi dietro il cavallo, e si trovò in un cortiletto desolato, che pareva scavato nella pietra calcarea: la casetta in fondo al cortile sembrava disabitata; la porta corrosa, e le due finestruole simili a feritoje, erano spalancate.

— Bella! Questa è la casa di Mossiù Nemmos1 — pensò il vecchio: poi gridò: — ohè, gente?

Nessuno.

Ziu Tòmas si guardò attorno, poi, dopo aver cacciato sotto una pietra l’estremità della cordicella del cavallo, entrò nella casetta; e si trovò in una vasta stanza affumicata, il cui mobilio consisteva tutto in una cassa nera scolpita, in una panca e in un recipiente di sughero colmo d’acqua sulla quale galleggiava una scodellina di sughero.

  1. Il signor Nessuno.