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squa, ridendo. Ma il suo riso aveva una lieve vibrazione di paura.

Elia rispose, con la sua voce sempre alquanto ironica:

— Diventeremmo martiri anche noi! Nostro zio sarebbe contento. — E per far paura a sua moglie, spense il cerino.

E subito ella provò uno smarrimento profondo, un senso di paura, come se davvero il frate con la torcia li avesse abbandonati laggiù. Un uomo la baciava, al buio: e quest’uomo non era suo marito.

Elia riaccese il cerino: il frate ritornò, e con voce cadenzata ricominciò a spiegare il significato della lapide. Ma Pasqua non capiva più nulla. Le pareva di aver commesso un peccato enorme perchè non avea gridato nel sentirsi baciare da uno che non era suo marito. Ma nello stesso tempo provava un senso di vanità e pensava:

— Gli ho destato una ben forte passione, se egli non ha avuto paura di compromettersi!

Quando uscirono nel cortiletto ove rinasceva l’erba d’autunno, trovarono il vecchio Andria, che ancora tutto scombussolato e inquieto, borbottava:

— Che cosa dicono? Che in quelle grotte lì ci fossero dei santi? Diavoli, dico io, ci do-