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106 cattive compagnie


— disse, come a sè stessa, — E che, non ho gli occhi per guardare?

La marinara abbassò la voce, avvicinò il suo al viso di Barbara.

— Senti, — disse, con quell’istinto di lenocinio che hanno molte donne del popolo — è un ragazzo istruito; ha studiato, sai; voleva farsi prete, poi suo padre, che era padrone della barca, è morto; anche la madre è morta nello stesso anno. Egli ha dovuto smettere; forse non aveva voglia di farsi prete! Io lo conosco da bambino: gli ho fatto un po’ da madre. Viene sempre in casa mia; anche ieri è venuto, prima di partire. Se viene ancora vuoi che ti chiami? È curioso sentirlo parlare; parla bene, sai.... Sì, tante volte si trattiene ore ed ore, a casa mia; io tante volte lo lascio solo, mio marito non c’è, io devo andare ad attingere acqua....

Barbara finse di non capire, e cambiò discorso.

Ma quando furono sulla coflina, trasse dalla borsetta una lettera e si mise a leggerla attentamente. La donna la guardava con curiosità maliziosa.

— È del tuo fidanzato?

— Sì. Egli verrà a trovarmi fra una settimana, appena avrà il permesso dai superiori.

Il sole tramontava, rosso sull’orizzonte vio-