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L'apparizione | 93 |
rava le cataste di legna per i fuochi di San Giovanni: i bambini portavano fronde di lentischio, e gli uomini le ammucchiavano intorno ad alti pali sulle cui punte sventolavano grandi nastri e fazzoletti rossi.
La sera cadeva glauca e luminosa. Nella chiesa il vecchio parroco dava la benedizione; le donne vestite come madonne bizantine, inginocchiate per terra, cantavano con voce appassionata i gosos di San Giovanni; e tutte tenevano in mano mazzolini di verbasco il cui odore si confondeva col profumo dell’incenso. Anche Oja attraversò lo spiazzo, ad occhi bassi, con un mazzolino di verbasco in una mano e la chiave di casa nell’altra. Juanne la salutò: ella non rispose neppure al saluto, ed entrò in chiesa. Allora egli si alzò, s’allontanò seguito da uno sguardo ironico dei vecchioni, e andò a prendere la corda. Pochi momenti dopo si trovava nel vicolo deserto e gettava il laccio al melagrano. Gli pareva di prendere al laccio la fortuna e l’amore: il cuore gli batteva forte; aveva paura che ziu Sotgiu tornasse e lo sorprendesse, o che Oja lo ricevesse male o avesse già un amante, ma non esitò ad arrampicarsi, a salire sul muro e di là saltare nel cortile. La porta della cucina era chiusa. Un grosso cane selvaggio, incate-