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scevano malintesi, perchè Noemi si offendeva di tutto e capiva tutto alla rovescia nonostante la buona volontà di don Predu.
Dapprima, appena entrato, egli s’avvicinò ad Efix e lo guardò dall’alto.
— Come va? Bene, mi pare. Alziamoci, su!
Efix sollevò gli occhi infossati indifferenti, e poichè don Predu si chinava a toccarlo, tese la mano come per respingere il corpo poderoso che sfiorava il suo in dissoluzione.
— Vada, vada....
E don Predu andò a sedersi accanto alla fidanzata.
— Come andiamo d’umore, oggi?
— Lascia, Predu, non tirar la tela, mi fai pungere....
— È questo che voglio!
— Predu, lasciami; sei come un ragazzetto!
— Colpa tua che hai fatto la malìa per farmi rimbambire....
— Predu! Smettila!
— Sai cosa dice quella filosofessa di Stefana? Dice che adesso tu hai fatto la malìa al rovescio: prima per farmi dimagrire, adesso per farmi ingrassare....
— Tu scherzi, Predu; ma le tue serve hanno la lingua lunga.
— Ma è una cosa evidente, che ingrasso. Non c’è che un mezzo per rompere la malìa....
Donna Ester s’appoggiò alla sedia di Noemi e guardò il cugino senza parlare, aspettando.