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si sentì quasi un forte. E per confortarla pensò di ripeterle uno dei tanti racconti del cieco.

— Del resto è che non si è mai contenti. Lei sa la storia della Regina di Saba? Era bella e aveva un regno lontano, con tanti giardini di fichi e di melagrani e un palazzo tutto d’oro. Ebbene, sentì raccontare che il Re Salomone era più ricco di lei e perdette il sonno. L’invidia la rodeva; tanto che volle mettersi in viaggio, sebbene dovesse attraversare metà della terra, per andare a vedere....

Donna Ester si curvò un po’ dall’altro lato e prese il libro in mezzo al quale aveva chiuso gli occhiali.

— Queste storie sono qui: è la Sacra Bibbia.

Efix guardò umiliato il libro e non continuò.

Rimasto solo si sdraiò sulla stuoia, ma non ostante la grande stanchezza non potè addormentarsi: aveva l’impressione che i ciechi fossero coricati lì accanto, e che intorno e fuori nelle tenebre si stendesse un paese ignoto. Le sue padrone però stavano lì, sulla panca, e lo guardavano, donna Ester vecchia e quasi supplichevole, donna Noemi ridente ma più terribile di quando era austera.

E, cosa strana, non sentiva più soggezione di donna Ester, non aveva più paura di donna Noemi; era davvero come il servo affranca-