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Ma questo nome fece come un vuoto pauroso attorno; ed Efix vide Noemi balzare convulsa, livida di collera e d’odio.

— Ester! — disse con voce aspra. — Tu avevi giurato di non pronunziare più il suo nome.

E uscì, come soffocasse d’ira.


— Sì, — mormorò donna Ester, curvandosi all’orecchio di Efix. — Ella lo odia al punto che m’ha fatto giurare di non nominarlo più. Quando venne ultimamente per dirci che sposa Grixenda e per consigliare Noemi ad accettare Predu ella lo cacciò via terribile come l’hai veduta adesso. Ed egli andò via piangendo. Ma dimmi, dimmi, Efix, — proseguì accorata, — non è una gran cattiva sorte la nostra? Giacinto che ci rovina e sposa quella pezzente, e Noemi che rifiuta invece la buona fortuna. Ma perchè questo, Efix, dimmi, tu che hai girato il mondo: è da per tutto così? Perchè la sorte ci stronca così, come canne?

— Sì, — egli disse allora, — siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perchè! Siamo canne, e la sorte è il vento.

— Sì, va bene: ma perchè questa sorte?

— E il vento, perchè? Dio solo lo sa.

— Sia fatta allora la sua volontà. — ella disse chinando la testa sul petto: e vedendola così piegata, così vecchia e triste, Efix