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XVI.
Fu Noemi ad aprire. Efix se la vide apparire davanti, sullo sfondo glauco del cortile, alta alta, sottile, col viso bianco: Lia fanciulla, Lia risorta.
Lo guardò bene, prima di lasciarlo entrare, come si guarda uno sconosciuto, poi disse solo: «oh, oh, sei tu?» ma bastò quest’espressione di sorpresa diffidente e un po’ ironica, per aumentare l’umiliazione e il turbamento di lui.
— Ebbene, sono tornato, donna Noemi mia, — disse entrando e seguendola attraverso il cortile. — Il vagabondo è tornato. E donna Ester come sta? Mi permette di farle una visita?
Ecco, nella penombra glauca le cose stavano immobili al loro posto; il balcone, su, nero sul fondo grigio del muro, il pozzo coi fiori rossi, la corda sulla scala.