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— Sì, — disse poi, — c’è stato. Credo che abbiano litigato perchè venne fuori con gli occhi rossi, come avesse pianto; Grixenda lo guardava e rideva, ma stringeva i denti. Egli disse: questa è l’ultima volta che mi vedono.
Efix non fece altre domande. Passò la notte nella capanna e siccome era venuto su un gran vento e le canne del ciglione gemevano come anime in pena, destando paura al piccolo guardiano, egli cominciò a raccontare le storie della Bibbia, imitando l’accento del cieco.
— Sì, c’era un re che con la scusa che gli alberi sono spiriti li faceva adorare e anche gli animali e persino il fuoco. Allora il vero Dio, offeso, fece sì che i servi di questo re diventassero così cattivi che congiurarono per uccidere il loro padrone. Sì, egli faceva adorare un Dio tutto d’oro: per questo è rimasto nel mondo tanto amore del denaro e i parenti, persino, uccidono i parenti, per il denaro. Persino le anime innocenti adorano il denaro.
Poi cominciò a descrivere il tempio e i palazzi del Re Salomone. Zuannantoni si addormentò ch’egli raccontava ancora. Fuori le canne del ciglione frusciavano con tale violenza che pareva combattessero una battaglia.
All’alba, uscendo dalla capanna Efix infatti ne vide centinaia pendere spezzate, con le