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Sentiva ancora le monete dei giovani nuoresi percuotergli il petto e trasaliva tutto come se lo lapidassero; ma era un brivido di gioia, era la voluttà del martirio.
Il compagno, con le spalle appoggiate alla porta chiusa e le mani intorno alle ginocchia, dormiva e russava.
Di là andarono a Fonni per la festa dei Santi Martiri. Camminavano sempre a piccole tappe, fermandosi negli ovili dove il cieco riusciva a farsi ascoltare dai pastori: e pareva riconoscerli «all’odore» diceva lui, raccontando gli episodii più commoventi del Vecchio Testamento ai più semplici, ai timorati di Dio, e quelli che male interpretati avevano un sapore di scandalo ai giovani ed ai libertini.
Questa condotta del compagno addolorava Efix: a volte se ne sentiva tanto nauseato che si proponeva di abbandonarlo, ma ripensandoci gli sembrava che la sua penitenza fosse più completa così, e diceva a sè stesso:
— È come che conduca un malato, un lebbroso. Dio terrà più in conto la mia opera di misericordia.
Per strada raggiunsero altri mendicanti che si recavano alla festa: tutti salutarono il cieco come una vecchia conoscenza, ma guardarono Efix con occhi diffidenti.
— Tu sei forte e potente ancora, — gli