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— ora gli darò un po’ di liquore. Mettilo giù, aiutami.
Fu messo giù, ma le goccie d’un liquido verde ch’ella tentò di versargli in bocca sopra i denti serrati gli si sparsero sul mento.
— Pare morto. E tu, non ti muovi? — ella disse all’altro mendicante. — Era malato? Non rispondi?
L’uomo tentò di parlare, ma solo un mugolìo tremulo gli uscì di bocca: poi scoppiò a piangere.
— Va, muoviti, chiama i pastori che stanno lassù nel bosco....
— Dove lo mandi che è cieco? — disse Efix, inginocchiato con una mano sul cuore del vecchio. Il cuore sussultava, come tentando ogni tanto di sollevarsi e subito ricadendo.
E l’ombra si addensava rapida; ogni nuvola passando sul vicino orizzonte lasciava un velo, il vento urlava dietro la chiesa, tutte le macchie tremavano protendendosi in là verso la valle, e pareva volessero fuggire, luminose d’un verde metallico, agitate da una convulsione di tristezza e di terrore.
Anche la donna ebbe paura della solitudine e di quella morte improvvisa. Si mise le cassette sul capo e disse:
— Bisogna che vada. Avvertirò il medico, a Nuoro.
Così Efix rimase solo, fra il moribondo ed il cieco.