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— Come devo fare?

— Devi mostrarti uomo, una volta tanto. Devi dir loro che se non vogliono pagarti in denari ti paghino almeno in riconoscenza. Se il poderetto va in mani di un altro padrone tu vieni cacciato via come un cane. Allora, sì, così Dio mi assista, andrai alle feste, coi mendicanti, però!

Efix trasalì: era quello il suo sogno di penitenza. S’alzò e disse:

— Farò di tutto. Ma l’unica cosa....

— L’unica cosa? — domandò l’uomo afferrandogli la manica. — E siedi, diavolo, e bevi. L’unica cosa?

Efix si lasciò ricadere sulla sedia; tremava e sudava e gli pareva di svenire.

— Sarebbe che vossignoria sposasse donna Noemi.

E don Predu si gonfiò nuovamente di riso. Rideva, ma teneva fermo Efix, quasi per impedirgli di andarsene.

— Come sei divertente, diavolo! Ti tengo con me tutta la vita, così mi svaghi quando sono di malumore! Ti faccio sposare Stefana. È un po’ grassa per te, forse, ma non è pericolosa, perchè i trent’anni li ha passati da un pezzo....

— Stefana, Stefana, — gridò, sempre tenendolo fermo e volgendo il viso ridente verso la porta, — senti, c’è qui un pretendente.