Pagina:Deledda - Canne al vento, Milano, 1913.djvu/164


— 156 —

viso guardandosi attorno. Era sola. Don Predu era corso a richiamare donna Ester. Ella ricordò le parole della vecchia «Zuannantoni viene a farle la serenata» e un mugolìo di dolore uscì dalle sue labbra verdastre: eran grida, gemiti, lamenti che si confondevano con le note dello strumento e col canto del fanciullo come l’ansito di un ferito abbandonato in un bosco col gorgheggio dell’usignuolo.

Ma d’improvviso tutto tacque: poi s’udirono passi, risuonarono voci; il cortile fu pieno di gente: Noemi vide accanto a sè il ragazzo col viso pallido e i grandi occhi spalancati, che si stringeva al petto la fisarmonica come per difendersi da qualche assalto, e gli disse all’orecchio:

— Corri; va a chiamar Efix.