Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 120 — |
— Dove son le altre? Che è accaduto?
— Ester è a messa, Noemi è su, — disse donna Ruth, curva a preparare il caffè.
E non disse altro, finchè non arrivarono le sorelle, donna Ester col dito fuori dell’incrociatura dello scialle, Noemi pallida silenziosa con le palpebre violette abbassate.
Efix non osava guardarle; s’alzò rispettoso davanti a loro che prendevano posto sul sedile, e solo dopo che donna Ester ebbe domandato:
— Efix, sai cosa succede? — egli sollevò gli occhi e vide che Noemi lo fissava come il giudice fissa l’accusato.
— Lo so. La colpa è mia. Ma l’ho fatto a scopo di bene.
— Tu fai tutto, a scopo di bene! Sarebbe bella che lo facessi a scopo di male, anche! Ma intanto....
— Ebbene, non era poi un nemico! È un parente, alla fine!
— Gente tua, morte tua, Efix!
— Ebbene, non accadrà più, vuol dire!
— È partito? — domandò allora donna Ester, turbandosi.
— Partito? Don Predu? Dove?
— Chi parla di Predu? Io parlavo di quel disgraziato....
Efix guardò il cestino.
— Io volevo dire per don Predu.... per quello che ho fatto ieri.