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tana, fantastica, impalpabile. Che farebbe ella nella città? Strappata dalle macchie natie, diventata la signora Azar, fra le infinite miserie della vita quotidiana cittadina, ella perderebbe tutto il suo fascino. Antonio pensava così, e desiderava ardentemente che venisse un rifiuto: cominciò a temere il contrario ed a pentirsi della leggerezza con la quale aveva fatto la domanda di matrimonio. Inoltre la città, ogni cosa, ogni oggetto della sua camera, il panorama che godeva dal suo balcone, i libri, i ritratti, le memorie grandi e piccole, gli ricordavano l’antico amore, e lo facevano rivivere nel passato con