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colomba 155


Ella lo guardò con occhi timidi, quasi spaventata da una visione che l’anima sua neppure osava sognare. E scosse il capo.

— Perchè fai cenno di no? Che vuol dire? Credi dunque che io sia un vile? — diss’egli, offeso dalla diffidenza di lei.

— Non è questo, fiore mio, calmati: tu non mi comprendi. Io ti amo troppo, ed è perciò che dico no, no, no. Che farei io davanti a te? Tu sei un sapiente, io sono ignorante, e non potrei esser altro che la tua serva. Ma anche se tu mi dicessi: ti tratterò da pari a pari, come se tu fossi la mia prima fidanzata, non avrò vergogna