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to il governo di snervato, improvvido, insciente perchè non vede e provvede a tutte le esigenze sociali. Da questo debbono ripetersi, a mio avviso, quelle lievi ondulazioni di innocui lamenti che si appalesano di tratto in tratto in alcuna delle provincie annesse, avvegnachè dopo tanti anni di educazione servile e di assolutismo non basta dire — fate — perchè si faccia e si sappia fare.

6. Che la discentralizzazione amministrativa non può determinarsi nei fatti che a grado a grado, nè tradursi in azione nelle libertà dei Comuni e delle Provincie che semplificando via via le ruote della pubblica amministrazione, e non aumentandone l’intreccio e gli inevitabili conflitti. «Les changements à vue (dice Wolowski) ne s’executent qu’a l’opéra; sur la scene du monde réel, la marche du progrés est lente et laborieuse».

7. Che in fine importa avvisare all’economia di tempo, di uomini, e di denaro.

Se bene mi appongo nelle suaccennate considerazioni preliminari, il disegno ministeriale per la nuova organizzazione dello Stato offre un lato sommamente pericoloso nella proposta delle Regioni qual primo grado della divisione territoriale, ed una superfetazione dispendiosa nelle circoscrizioni dei Circondari inoltre alle Provincie.

E valga il vero: Il signor Ministro dell’interno formula il concetto delle Regioni appoggiandosi a due cardinali rispetti.

1. Alle tradizioni italiche che legano e coordinano numerose popolazioni attorno a varie grandi città che furono, per correre di secoli, capitali di Stati autonomi, le quali irradiano di loro luce vaste e speciali circoscrizioni territoriali, diverse fra loro per grado di civiltà, di costumi e di abitudini, come lo furono altra volta per leggi.