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Dirò per ultimo come la soppressione dei Circondari e la reintegrazione delle antiche provincie con qualche rara modificazione territoriale, non può essere di qualche imbarazzo se non che in Piemonte, mentre in nessun altro paese d’Italia vi era traccia dei Circondari, nemmeno sotto l’aspetto di circoscrizioni giudiziarie pei Tribunali collegiali di prima istanza.

Anzi a questo proposito dirò apertamente come da uomini competenti, e distintissimi per ogni rapporto, dei paesi annessi, abbia sentito serie osservazioni critiche contro la creazione di parecchi Tribunali di prima istanza in una stessa provincia (antica denominazione), con grande dispendio delle pubbliche finanze senza vantaggi corrispondenti, ed anche questa profusione d’organi giudiziari, sopra cui non intendo porre giudizio, potrebbe attribuirsi alla necessità morale di propiziare i Circondari dell’antico Regno, i quali non sono altro che tante antiche provincie, che non si è creduto opportuno restringerle in poche senza favorirle di speciali vantaggi quantunque onerosissimi al tesoro. L’antico Regno contava 50 provincie sopra una popolazione di cinque milioni di abitanti! Da ciò la necessità di restringerle in minor numero, per raggiungere il quale scopo si ricorse all’espediente complicato di creare i Circondari. Ripeto che nessuno degli antichi Stati d’Italia, ora facenti parte del nuovo Regno, si trovava in tali condizioni, e sarebbe assurdo che per non semplificare il riordinamento degli antichi paesi della corona, si dovesse complicare con spreco di milioni quello dei paesi annessi. Sarebbe ancora di minor danno pecuniario e di minore imbarazzo amministrativo, il reintegrare le antiche 50 provincie del Piemonte,