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plichevoli, ora minacciosi, non appena un popolo si renda libero dalle antiche catene. Desiderii, aspirazioni e domande che vanno prevenute acciò ogni mutazione nel progresso si traduca per le masse, come ben dice l’Audinot, in fatti materiali, visibili nell’esperienza della vita quotidiana.

Veggasi adunque, nello studiare la riforma municipale, quali possano essere i provvedimenti di ordine generale da raccomandarsi, o da imporsi, ai municipii a favore delle classi meno favorite dalla fortuna. Oltre alla buona amministrazione delle pie fondazioni di antica origine, dovrebbero i municipii iniziare e prestar mano allo sviluppo degli Asili Infantili, delle società di mutuo soccorso, dei Ricoveri pei bimbi lattanti, delle Casse di Risparmio, e di tutte quelle istituzioni che nell’operare un gran bene non umiliano e non isnervano coloro che vi fanno ricorso; fra le spese obbligatorie potrebbersi imporre ai Comuni, oltre quelle per le scuole primarie d’ambo i sessi, quelle pel medico, per l’allevatrice; ed alle provincie quelle per le scuole tecniche! Sarebbe temerità la mia voler suggerire nuove sociali provvisioni a benefizio delle classi lavoratrici, ma tuttavolta non ommetterò dall’accennare come si potrebbero interessare perentoriamente i Comuni a concorrere per un dieci per cento in aumento di tutti i nuovi legati pii, e ad offrire i locali a proprie spese per date istituzioni che sorgessero per impulso spontaneo della beneficenza privata. Queste ed altre idee svilupperò in altro lavoro senza nessuna pretesa di cogliere nel segno.

Incominciate, concluderò in questo particolare, per dare alle classi più umili della società,