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che pone a continui cimenti di venire meno, per obbligare l’uomo ad essere sempre benevolo ed integro.

Il legislatore americano ad onta della grande libertà che domina in quelle regioni fortunate, obbliga per conseguenza i Comuni a provvedimenti pietosi a benefizio delle classi diseredate e sofferenti.

Romagnosi, coi suoi ingegnosi espedienti a compensazione, si ripromette come risultamento spontaneo dell’organismo costituzionale, posto abilmente in azione dall’elemento morale di cui sopra è parola, il maggior benessere d’ogni classe del civile consorzio.

Leopoldo Galeotti1 preoccupato dallo stesso pensiero ed educato all’affettuosa scuola del Sismondi per ciò che risguarda le classi più umili della società, suggerisce un rimedio che ha sua base sul diritto che ha ogni uomo di essere ben governato e di aver parte nel governo di sè stesso, ma che, a mio avviso, sarebbe più atto ad agitare le passioni dei proletari che a prestarsi a sollevarne le sofferenze ed i legittimi bisogni. Egli proporrebbe cioè di dare ai braccianti ed ai giornalieri riuniti in corporazioni il diritto di adunarsi collegialmente per scegliere liberamente nel proprio seno, o fuori, deputati che li rappresentassero al Comune.

In quanto a me inclinerei senza reticenze ai partiti diretti e positivi, tenendo per fermo essere obbligo della società civile il provvedere, sin dove sia dato di farlo, in complemento della beneficenza privata, all’alleviamento dei dolori e dei

  1. Della Riforma Municipale 1847, prezioso lavoro che va consultato.