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la fiamma ardente dell’indipendenza Nazionale. Che anzi io chiederei, qual altro popolo che il vivace, costante e svegliato popolo d’Italia non sarebbe venuto agli estremi di ogni civile progresso, qualora fosse stato straziato dalle piaghe dolorose che esso ebbe a sopportare?1

VI.


Nell’ordine politico l’attuale ministero è, ed è sempre stato, a mio avviso, all’altezza degli avvenimenti.

Ma dubiterei se esso non lasciasse a desiderare nell’ordine economico-amministrativo, e attribuirei ad una incerta e mal sicura azione in

  1. Ad onore dei popoli italiani che seppero conservare tanta virtù civile in mezzo a tante cagioni di demoralizzazione, e ad infamia di coloro che tutto fecero per asservirli e invilirli, voglio qui enumerare talune delle piaghe che li dilaniarono: — Dominio e tirannide straniera. — Tirannide di esosi governi domestici. — Dispotismo teocratico. — Mercenari stranieri, lezzo di ogni nazione. — Educazione a scopo di abbrutimento e servilismo, offuscante e depravante l’intelletto, deprimente ogni generosa e patria aspirazione. — Polizie vessatorie, esose, crudeli. — Censura spietata, imbecille, persino sull’inespresso pensiero. — Carceri, patiboli, esigli che colpirono migliaia di generosi decimando le popolazioni. — Sicari e centurioni che insidiavano ogni passo ed ogni patriotico pensiero, cause perenni di spietate vendette. — Permanente occupazione di truppe straniere, strumento di estranea tirannide, e di dispotismo cieco di Principi nostrani. — Se alcuno straniero, di patria o di sentimento, fosse tentato di irridere a qualche nostra debolezza o trascorso, pensi agli insulti atroci da noi patiti, e, se ha cuore, ne andrà pietoso, meravigliato della virtù grande ed eroica del popolo italiano.