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potente la regga, la riorganizzi, l’amministri, la diriga in ogni bisogno!
Percorrete le Romagne, i Ducati, le minori Città ed i Comuni rurali della Toscana, della Lombardia e dello stesso Piemonte, ad onta dei suoi dodici anni di vita libera, e sentirete le stesse invocazioni, le stesse querele, gli stessi pregiudizi; quando non sentono la mano del Governo che li regga, o li stringa, lo accusano di snervato, d’improvvido, di fannullone!
Da ciò si deduca quel che possa essere, ed accadere, tra le incolte masse delle Provincie napoletane, state sinora oppresse dal più abbietto e demoralizzante governo che possa immaginarsi in Europa!
Negli Stati Uniti di America, in Inghilterra, in Olanda, in Svizzera, più lo Stato si ecclissa amministrativamente, e più sorge potente ed altero l’individuo, superbo di sapersi governare da sè, sdegnoso ed intollerante di ogni legame che vincoli la sua libertà d’azione. Tra noi se il Governo si ecclissa anche nelle minime faccende amministrative, come il dovrebbe, l’individuo, in generale, s’impazienta, recalcitra ed incolpa il Governo della propria incuria, della propria imprevidenza. Tutto questo la Dio mercè avrà un termine mercè le libere istituzioni che ci reggono e col rafforzarsi del sentimento della dignità personale che ad un gran popolo costituito non viene mai meno. Ma intanto bisogna avervi considerazione adesso, per non commettere anacronismi, nel presente riordinamento del Regno, che potrebbero essere funesti.
Il cielo mi guardi dal denigrare, per questo, le nostre popolazioni, le quali in mezzo a mille torture seppero conservare ed alimentare sempre