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pregiabile elemento di buona amministrazione, se ne formerebbe un insieme, a vantaggio generale del Regno, così a mio vedere eccellente, da non invidiare l’assetto amministrativo di qualsiasi altra quantunque civile nazione. Oltre a ciò siccome tutto quello che l’opinione pubblica, e la coscienza retta degli uomini speciali hanno giudicato e giudicano ottimo ed attendibile, e più se abbia già ottenuto la sanzione della esperienza, può tenersi per un portato della maturità dei tempi, dei costumi e delle abitudini più generali degli italiani, così faremo o generalizzeremo leggi ed istituzioni che avranno il loro inconcusso fondamento nell’intima natura della nostra peculiare società.

Un altro vantaggio meno avvertito, ma non meno importante si otterrebbe seguendo il sistema che accenno; che generalizzando a tutta la nazione quelle leggi e quelle istituzioni, per le quali i vari gruppi di popoli italiani si sentono tratti anche loro malgrado ad affezionare rispettive autonomie che le comprendevano, vien tolta la precipua ragione di queste tendenze, o per lo meno se ne menomano grandemente i pericoli. Quando si trova nel tutto quello che di meglio si aveva nella parte, con quell’aumento di prosperità, di forza e di potenza, che l’unione delle parti produce sempre in ragione multipla, cessa di per sè ogni onesta ragione di rifuggire in qualunque siasi modo da una completa unificazione. Si prenda adunque, concluderò in questa digressione, il semplice, il logico, l’omogeneo, ed il giusto ovunque si trovi, per sostituirlo al complicato, all’illogico, allo screziato, al meno congruo ovunque fra noi esista, e si eviteranno molte difficoltà e molte recriminazioni.