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e, alla volgarità, più attraenti colori; qui non sono in giuoco orgogli tradizionali che ci offuscano il retto senso: trattasi semplicemente di vedere se non sia una superfetazione dispendiosa, e di nessuna utilità, altre circoscrizioni territoriali in Circondari, inoltre a quelle per Provincie.

Dopo il Comune, culla e primitiva base del civile consorzio che regge, invigila ed avvalora i primi vagiti della vita economico-politica delle nazioni, si ricerca una istituzione maggiore a cui si rannodino le affezioni e le tendenze omogenee di un dato numero di Comuni, per agire con più efficacia in un’azione collettiva, a moderazione e ad incremento degli interessi dei singoli Comuni per ciò che non sia loro dato di effettuare da soli; istituzione che deve servire di legame intermediario e naturale fra il Comune e lo Stato nell’irradiamento perenne e vicendevole dell’immensa e complicata azione che dà vita, consistenza, sicurezza, e splendore a tutto un popolo. Per ottenere tale risultato conviene che ne sia semplice l’organamento, che consti di elementi che non si elidano per alcun verso, e che non sia reso difficile il disimpegno delle sue feconde attribuzioni con superflue gradazioni di uffici che ne attraversino il libero movimento espansivo, sia verso il potere centrale, sia verso gli enti morali, dei quali deve essere riverbero e luce.

Se l’idea semplice dell’organizzazione sociale è il Comune, la prima idea composta è quell’agglomerazione di Comuni che appo noi suol dirsi Provincia.

Si formarono grado grado nell’assestamento delle umane aggregazioni, per cause fenomenali che è inutile qui esporre, e presero consistenza