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no, abbiamo totalmente perduto l’esterno. Ora però che il commercio asiatico-europeo viene ricondotto a traverso di quel Mediterraneo che ne fu già signore; ora in cui in seguito dei fortunati tentativi dell’inglese sig. Warghorn l’intero commercio fra l’Indie e l’Europa nella principalissima veduta di economizzare particolarmente il tempo, deviando dall’attuale via, prenderà quella dell’Istmo di Suez1: l’Italia, mercè la sua mirabile posizione, entra in una novella età commerciale perchè, centro del commercio stesso, dovrà riprendere gran parte nel suo gran movimento.

Il Mediterraneo (dice giustamente il sig. Pontani)2 che non vasto lambisce le tre parti dell’antico continenti, Europa, Asia, Affrica, e superbo presiede ai progressi della civiltà Europea, all’Asia preconizza un’era novella di vita, all’Affrica una rigenerazione piena anch’essa di civiltà e coltura; e dall’oriente attende nuova una via di aprire al grande Oceano, onde mandare alle più lontane regioni dell’Asia quanti prodotti sappia raccogliere dalla culta ed industre Europa. È pel Mediterraneo adunque che le meridionali nazioni europee trasmetteranno all’Asia ed all’Affrica i loro prodotti; è per la via del Mediterraneo che trarranno quelli di queste due parti del mondo. Quanto traffico quindi, quanto movimento, quanta ricchezza ne’ suoi scali!

Nè a questo movimento del mezzogiorno di Europa, mancheranno di associarsi le nazioni dal Nord, ma scenderanno sull’Adriatico per partecipare del gran

  1. Galli, pag. 47.
  2. Pag. 17.