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di navigare nell’Adriatico a provvedersene. E non solo qui nello Stato provvederebbe il bisognevole al suo interno consumo; ma eziandio quanto le sarebbe necessario per commerciare all’estero. In una parola: il commercio dello stato diverrebbe totalmente attivo e preponderante per rispetto alla Toscana.

Similmente le sarebbe impedito di somministrare all’Adriatico le merci di ponente, poichè non potrebbe sostenere la concorrenza dello Stato Pontificio per le spese di trasporto che sarebbe costretta a fare per la via di mare.

Al contrario se la Toscana potrà per una facile ed economica comunicazione, quale si è la strada ferrata, metter capo nell’Adriatico; è egli mai possibile che non facesse direttamente, e perciò fuori dello stato pontificio quel commercio che altrimenti sarebbe costretta fare con esso? Si veramente! Essa trarrebbe dall’Adriatico, (e forse negletta anche Ancona) tutto ciò che le converrebbe. Nè basta. Le nazioni di ponente scalerebbero in Livorno tanto per provvedersi delle merci tratte dall’Adriatico quanto per spedire nell’Adriatico i loro prodotti. Quindi avverrebbe che le provincie meridionali dello Stato sarebbero escluse per la concorrenza della Toscana dal commerciare cogli esteri, perchè Livorno diverrebbe l’emporio del commercio di levante e di ponente sul Mediterraneo, sia per effetto della già esistente floridezza del suo commercio e per l’avviamento che già vi esiste, sia perchè le nazioni a ponente d’Italia e di Europa, seppure non vi trovassero maggiore economia nel costo, vi tro-