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compirà col tratto da Milano a Genova; e la Toscana, nol potendo altrimenti, fa suoi grandi sforzi per operarla sbucando nello Stato Pontificio. Ora non è egli giusto che una utilità si grande sia gelosamente custodita, e non se ne faccia sciupo partecipandola altrui?

E ciò con tanta ragione maggiore, in quanto che questo beneficio è privativo, esclusivo del nostro Stato; essendochè, tranne il Regno delle Due Sicilie, niun’altro Stato è bagnato dai due mari. Ma il Regno delle Due Sicilie è troppo all’estremità della penisola, e perciò troppo eccentrico, nè potrebbe nel commercio estero nuocere allo Stato Pontificio, siccome con brevi ma afficaci parole il sig. Pontani dimostra1. Lo Stato Pontificio è invece nel centro dell’Italia e dell’Europa, se per centro vuolsi intendere, non la posizione geografica e materiale rispetto alle altre nazioni, ma il sito più acconcio a comunicare per terra e per mare con esse in proporzione della loro importanza verso gli ordini attuali d’incivilimento. Ove pertanto lo Stato Pontificio operasse questa riunione, non solo non avrebbe a temere la concorrenza di Napoli col quale le altre nazioni non potrebbero commerciare senza più gravi spese; ma ne renderebbe l’utilità a se intieramente proficua.

Si dica lo stesso in riguardo di Genova la quale potrà comunicare coll’Adriatico per mezzo dell’alta Italia. Il passaggio dall’Adriatico a questo scalo del Mediterraneo non potrebbe convenire che per merci.

  1. Pontani pag. 25.