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    l’Opera, che A. Pasta avesse ordita, e da tutti fatta attendere con quella brama che dovea provenire dalla giusta estimazione, in che egli era tenuto; e sappiasi ancora che io appoggiato alle suddette riflessioni oserei dire, che qualsivoglia dissertazione o discorso postumo di questo Scrittore, ai medesii morbi concernente, debba riguardarsi come manchevole dell’approvazione dell’Autore (lo che fra’ Letterati è troppo osservabile, malgrado anco che ci ritrovino qualche pregio) e che anzi comunque fosse reso pubblico, all’onore pregiudichi di quella prevenzione, che comunemente avevasi della prefata Opera, come di un’Opera veramente classica, e la più luminosa e distinta d’uno de’ migliori Medici del secolo.