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80 | DEL CORAGGIO |
re assai facilmente confinano co’ punti estremi, laddove non v’ha che la confusione e i pregiudizj di un’inesperta e fatale imprudenza. Nè io intendo, che l’egregio sentimento del coraggio debba essere spinto a que’ gradi di eccesso, che anzichè essere virtuoso e proficuo diviene vizioso e vituperevole, e si merita il nome di furore, di impeto smoderato, di fanatismo.
Quindi intendo che nella tabe ci voglia il savio coraggio, nulla meno che nell’altre malattie, il quale serva a difendere dalla soverchia credulità ne’ molteplici metodi antiettici, inventati da tanti autori e da tante sperienze smentiti, ed a condurre una vita delle più tolleranti e più placide in climi appropriati e trascelti dal sagace medico osservatore, il quale quanto si rifida in questi naturali ajuti, altrettanto esige dal suo infermo l’intima credenza nella facoltà di essi ajuti, e il com-