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e pensabile è solamente l’essere, perchè medesimo con sè stesso e non cela in grembo alcuna contraddizione. Da altra parte, chi ormeggia le tracce d’Eraclito, dice che se il diventare non è pensabile come derivato, però esso è pensabile come originario. Non è derivato, imperciocchè se fosse così, s’avrebbe a supporre un quando esso non era e cominciò ad essere, cioè un cominciamento; ma il cominciamento è per sè un diventare; dunque il diventare si presupporrebbe in quello che se ne cerca dare la ragione. E, andando giù giù, codeste due idee del puro essere e del puro diventare inchiudono in sè un sistema intorno la conoscenza: dappoichè, accettando il solo essere, si niega la possibilità del conoscere, perchè esso richiede distinzion di suggetto e obbietto, cioè il molti; ed ammettendo il solo diventare si niega medesimamente la possibilità del conoscere, il quale vuole costanza e immutabilità del vero. Ecco dunque che se tu nieghi non dico un sistema, ma una idea qualunque, se la negazione tua non è voce bensì parola, tu la nieghi in virtù d’un altro sistema che possiedi in seme o vero esplicato; ondechè sovra la tua negazione istessa si posa l’affermazione del sistema in genere. Per tanto concludo che ancora quegli che niegano la filosofia, se non parlan così per sollazzamento ma da senno, essi devono esser filosofi, conciossiachè la negazion d’una idea qualsivoglia, quando fatta sia con consapevolezza, nasconda già un sistema di filosofia.

Ma se l’universo è uno, e il sistema deve e può esser la rappresentazione di quello, perchè v’ha così molteplici e copiosi sistemi che tutti medesimamente


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