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variate modificazioni delle parti, senza cangiare giammai l’essenza, o ’l carattere classico del pezzo. Siffatta varietà, che è stata messa perfettamente in chiaro da Romè Delisle proviene massimamente dall’essere nella loro forma invariabili le mollecole similari od integranti de’ cristalli.

Il massiccio de’ medesimi, principalmente ne’ pezzi di mezzana grandezza, appare formato a fibbre ed a scheggio spesso divergenti, atte a dare una refrazione variata di luce; sicchè qualche volta direbbesi veramente luccicare in esse delle squame micacee e delle lamine metalliche. Ed è questa singolare sembianza, che appunto dà a sospettare, che tali cristalli alcuna fiata contengano della clorite (talco terroso di Haüy) dell’asbesto, della mica e dello scerlo radiato: sostanze, che dice di avere scoperti in vari cristalli Blumemback, e segnatamente in quelli del monte San-Gottardo (Manuale di Storia Naturale. Tom. II. pag. 166.)

E in fatti anche molti de’ nostri si tro-