Parean d’intorno i fior, l’erbe, le fronde
Animarsi, e iterarmi in suon pietoso:
15Il cantor nostro ov’è? chi lo nasconde?
Ed ecco in mezzo di ricinto ombroso
Sculto un sasso funébre che dicea:
18Ai sacri mani di Parin riposo.
E Donna di beltà che dolce ardea
(Tese l’orecchio, e fiammeggiando il Vate
21Alzò l’arco del ciglio, e sorridea)
Colle dita venia bianco-rosate
Spargendolo di fiori e di mortella,
24Di rispetto atteggiata e di pietate.
Bella la guancia in suo pudor; più bella
Su la fronte splendea l’alma serena
27Come in limpido rio raggio di stella.
Poscia che dati i mirti ebbe a man piena,
Di lauro che parea lieto fiorisse
30Tra le sue man, fe’ al sasso una catena.
E un sospir trasse affettuoso, e disse
Pace eterna all’Amico: e te chiamando
33I lumi al cielo sì pietosi affisse,