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di giovanni torti 55

Il vago sito, e lo aver tu la voce
Informata a quel Grande, e ad altri mille,
Che fanno Italia invidiata, e altera,
Doni furon del Ciel; ma son tua laude
100Le serbate reliquie, e i marmi augusti,
Onde grato terror misto a sublime
Reverenza mi fan brivido al core;
Ch’io ne veggo i coperchj sollevarsi
Nel bujo della notte al fioco lume
105Della lampada sacra, e alzar le teste,
E fuor mostrarsi infino alla cintura,
E ragionar fra loro le grandi ombre.
     Delio, è pur vero: alta virtude abbonda
In queste, che a compor le morte spoglie
110Religïosa cura innalza, o scava,
Lugùbri case. E quante al cener muto
Sacrar memoria, ed amorosi uffici
La pietà de’ viventi ebbe in costume,
Esca fur sempre di possenti affetti.
115Sien grazie e plauso ai due, che utile sfogo
Quindi cercaro al mesto ingegno, e forte
Sepper così colla magía de’ versi
Gl’impressi in loro dal funereo tema
Propagare in altrui moti, e pensieri.
     120Di seste armata, e tutta angoli, e cifre,
E masse e spazj l’età nostra ride