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d’ippolito pindemonte 37

Figlio, amico, fratel trova il fratello,
L’amico, il padre: delle faci il lume
Così que’ volti tremolo percuote,
Che della Parca immemori agitarsi
150Sembran talor le irrigidite fibre.
Quante memorie di dolor comuni,
Di comuni piacer! Quanto negli anni
Che sì ratti passar’, viver novello!
Intanto un sospirar s’alza, un confuso
155Singhiozzar lungo, un lamentar non basso,
Che per le arcate ed eccheggianti sale
Si sparge, e a cui par che que’ corpi freddi
Rispondano: I due Mondi un picciol varco
Divide, e unite e in amistà congiunte
160Non fur la vita mai tanto e la morte.
     Ma stringer troppo e scompigliar qualche alma
Questa scena potria. Ne’ campi aviti
Sorge, e biancheggia a te nobil palagio
D’erbe d’acque, di fior cinto, e di molta,
165Che i tuoi padri educaro, inclita selva?
Riposi là, se più non bee quest’aure,
L’adorata tua sposa. Un bianco marmo,
Simbol del suo candor, chiudala, e t’offra
Le sue caste sembianze un bianco marmo.
170Ma il solitario loco orni e consacri
Religíon, senza la cui presenza