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al cortese lettore
Io avea concepito un Poema in quattro canti e in ottava rima sopra i Cimiteri, soggetto che mi parea nuovo, dir non potendosi che trattato l’abbia chi lo riguardò sotto un solo e particolare aspetto, o chi sotto il titolo di sepolture non fece che infilzare considerazioni morali e religiose su la fine dell’uomo. L’idea di tal Poema fu in me destata dal Camposanto, ch’io vedea, non senza un certo sdegno, in Verona. Non ch’io disapprovi i Campisanti generalmente: ma quello increscevami della mia Patria, perchè distinzione alcuna non v’era tra fossa, e fossa, perchè una lapide non v’appariva, e perchè non concedevasi ad uomo vivo l’entrare in esso. Compiuto quasi io