Il Sole; e tutti l’ultimo sospiro
Mandano i petti alla fuggente luce.
Le fontane versando acque lustrali 125Amaranti educavano e vïole
Su la funebre zolla; e chi sedea
A libar latte e a raccontar sue pene
Ai cari estinti, una fragranza intorno
Sentía qual d’aura de’ beati Elisi. 130Pietosa insania che fa cari gli orti
De’ suburbani avelli alle britanne
Vergini dove le conduce amore
Della perduta madre, ove clementi
Pregaro i Genj del ritorno al prode 135Che tronca fe’ la trïonfata nave
Del maggior pino, e si scavò la bara.
Ma ove dorme il furor d’inclite geste
E sien ministri al vivere civile
L’opulenza e il tremore, inutil pompa 140E inaugurate immagini dell’Orco
Sorgon cippi e marmorei monumenti.
Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo,
Decoro e mente al bello Italo regno,
Nelle adulate reggie ha sepoltura 145Già vivo, e i stemmi unica laude. A noi
Morte apparecchi riposato albergo
Ove una volta la fortuna cessi