Fra ’l compianto de’ templi Acherontei, 45O ricovrarsi sotto le grandi ale
Del perdono d’Iddio: ma la sua polve
Lascia alle ortiche di deserta gleba
Ove nè donna innamorata preghi,
Nè passeggier solingo oda il sospiro 50Che dal tumulo a noi manda Natura.
Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
Fuor de’ guardi pietosi, e il nome a’ morti
Contende. E senza tomba giace il tuo
Sacerdote, o Talia, che a te cantando 55Nel suo povero tetto educò un lauro
Con lungo amore, e t’appendea corone;
E tu gli ornavi del tuo riso i canti
Che il Lombardo pungean Sardanapalo
Cui solo è dolce il muggito de’ buoi 60Che dagli antri abdùani e dal Ticino
Lo fan d’ozi bëato e di vivande.
O bella Musa, ove sei tu? Non sento
Spirar l’ambrosia, indizio del tuo Nume,
Fra queste piante ov’io siedo e sospiro 65Il mio tetto materno. E tu venivi
E sorridevi a lui sotto quel tiglio
Ch’or con dimesse frondi va fremendo
Perchè non copre, o Dea, l’urna del vecchio
Cui già di calma era cortese e d’ombre.