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nell’Esposizione di Parigi 9

chiedendo a me stesso quale avesse potuto essere il tipo originale, a cui i fenici, e poi gli etruschi, si fossero ispirati, nel produrre i loro lavori di granaglia d’oro. Ed essendomi di recente venuto per mano un libro importante sugli echini fossili, edito per cura del governo inglese, nell’esaminare le varie tavole ritraenti le specie denominate Diademie e Pseudo-Diademie, che sono una varietà degli orsini o ricci di mare, provenienti dalle coste del Mediterraneo, trovai, alla vista di quella elegantissima famiglia acquatica, la soluzione di tutto il problema. Egli è infatti assai naturale che i primi abitatori delle coste del Mediterraneo, errando sui lidi, trovassero belle quelle conchiglie variopinte, quei gusci calcarei, coperti di disegni geometrici punteggiati a rilievo, i ramoscelli di corallo, e le madrepore, che essi raccoglievano in riva al mare dopo la tempesta, o che s’impigliavano nelle reti durante la pesca. Ed è anche più naturale che le loro donne si adornassero da prima di quei prodotti marini, così come li rinvenivano, e che poi col tempo gli orafi li riproducessero, imitandone con le granette d’oro in su i gioielli le rugosità e le linee armoniose. Il tesoro scoperto a Micene dal dottore

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