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50 Belifario nel tempo, in cui affediava la noftra Citta, avendo faputo che gran copia di grano trovavafi ne pubblici Magazzini dentro di effa: i'r citov Toled Suporious oirnparty its i'vris Paße'vrns droxobai Tyve poftquam magnam Tritici vim in publicis Ravenna Horreis adbuc repofitam effe novit &c. corruppe uno degli Affediati, acciocchè di nafcofto li abbruciaf fe, e foggiunge poi che fegui l'incendio meditato, e che alcuni credettero efferfi ciò fatto di concerto con Matafventa Moglie del Re Vitige da lui prefa contra di lei voglia, e altri l'attribuirono allo scop- pio d'un fulmine, o ad altra cola. Non è T però abbaſtanza chiaro, fe Procopio intenda qui i Granaj, o Magazzini proprj de' Goti medefimi, per la loro gente e foldatefca preparati o coftrutti, o pure Gra- naj, che forfe per l'unico mantenimento de' fuoi Cittadini folelle Ravenna avere, giacchè è cofa cer- ta, che anche altre Città ben regolate avevano fi- mili Granaj pubblici, intorno a che alcune cole" fi notano dal dottiff. Gio. Friderico Gronovio de Mufao Alexandrino. (A) E di tali Magazzini per l' ufo della Città s' ha fore anche da intendere. Si- donio Carm. XXI., ove loda Narbona per mol- ti riguardevoli Edifizj, e tra queſti pe' pubblici Gra- naj Thermis, Arcubus, Horreis, Macellis, benchè non m'è ignoto che la parola Horreum fi prende anche in fignificato più ampio. Sembra però più verifimile che Procopio nel luogo citato abbia intefo Magazzi- ni pubblici degli fteffi Re Goti. Certamente, che fimi- li Magazzini effi aveffero in Ravenna o per la loro fol- datefca, o per qualunque altra occorrenza, anche ſenza di Procopio, fi può raccogliere da Caffiodoro Var. Lib. II. 20. (A) Tom. VIII. Tbefan. Gracar. antiquit. Jac. Gro novii pag. 2742. ed. Ven.