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nogramma, qual cosa si sece anche dallo stesso Re Teodorico, il cui Monogramma in più Monete, che nel diritto anno l’Effigie degl’Imperadori

    Metallo nega, che sia lecito d’imprimerla ad altri Re. Νόμισμα δὲ χρυσοῦν ἐκ τῶν ἐν Γάλλοις μετάλλων πεποίηνται, οὐ τοῦ Ῥωμαίων αὐτοκράτορος, ᾗπερ εἴθισται, χαρακτῆρα ἐνθέμενοι τῷ στατῆρι τούτῳ, ἀλλὰ τὴν σφετέραν αὐτῶν εἰκόνα Monetam autem auream e Gallicis Metallis cudunt non Romanorum Imperatoris Effigiem, ut mos est, sed propriam ei imprimentes, e soggiunge poi coniarsi bensì Monete d’Argento dal Re di Persia con la propria Immagine, ma che in Monete d’Oro nè il Re di Persia, nè qualunque altro Re Barbaro benchè possessore di Miniere d’Oro poteva imprimere il suo volto. Non ha mai dunque preteso Procopio di dire, che a nessun Re Barbaro fosse lecito imprimere la sua Effigie in qualunque Metallo, per essempio anche in Argento, e in Rame. Certamente Ilderico Rè de’ Vandali, che sempre coltivò la pace col Imperador Romano non ebbe difficoltà di segnare in Argento il suo volto, come può vedersi nelle di lui Monete portate dal Ducange, dal Seguino Select. Numism. pag. 52. e dal Banduri pag. 629. Muovesi però grandissima controversia a Procopio se egli abbia detto il vero scrivendo, che a nessun Re Barbaro, fuorchè a quello de’ Franchi era lecito coniare Monete d’Oro con la propria Immagine. Il dottissimo Sirmondo nelle note alla lettera 78. di Alcimo Avito, attesta d’aver vedute Monete de’ Re Visigoti fatte di Elettro, nel qual la quantità dell’Argento superava quella dell’Oro, e che in essi v’era l’Effigie de’ medesimi Re. Si dice pure che il Cardinal Baronio porta una Moneta d Oro di Teodato Re Ostrogoto segnata con l’Immagine