bia poi spiegarsi come l’ha spiegato il Muratori, altri forse non vorranno facilmente persuaderselo; e giacchè il Muratori medesimo dubita della sua Interpretazione, e in seguito ne propone un altra, sia anche a me lecito di dire, che in quel Monogramma parmi più verisimile, che si occulti il nome di qualche Re. Solevano i Re de’ Goti in Italia coniar Monete, col porre spesso nel diritto delle medesime, di qualunque Metallo fossero, l’Effigie dell’Imperadore Costantinopolitano,1 e nel rovescio il loro nome, oppure il loro Mo-
- ↑ Il chiarissimo Muratori Antiquit. Med. Ævi Tom. II. pag. 577., ove parla della Zecca Ravennate, crede che il vedersi in più Monete d’Argento, ò di Rame da esso lui riferite, e delineate l’Effigie dell’Imperador Costantinopolitano nel diritto, e soltanto il nome di qualcuno dei Re Goti nel Rovescio sia una cosa che riceva luce, e venga confermata da ciò che scrive Procopio de Bello Goth Lib. III. Cap. 33. intorno al privilegio, che circa l’imprimere nelle Monete la lor immagine haveano i Rè de Franchi. Siami lecito d’affermare, (con tutto però il rispetto dovuto ai gran Letterati) che il luogo di Procopio non ha che fare molto con le Monete riferite da quest’Uom dottissimo. Se Procopio dicesse, che a niun Re fuorche ai Re Francbi fosse stato lecito imprimere la loro immagine in monete di qualsisia Metallo, allora sì, che le di lui parole, e indicherebbero il perchè nelle Monete dal Muratori riferite, che tutte sono ò d’Argento, o di Rame, niuna è d’Oro, non si veda l’Effigie de’ Re Goti, e soltanto vi si veda il loro nome. Ma Procopio fa consistere il Privilegio de’ Re Franchi nell’imprimere la loro Immagine in Monete d’Oro, nel qual unico