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di Santa Maria in Caliope, come espressamente dichiarasi in altra Pergamena dell'anno 1193. nel medesimo Archivio Caps. H. n. 3092. E se quella Chiesa di Santa Maria in Caliope è, come sembra doversi credere, quella stessa, che in un Instrumento dell'anno 1260 nell'Archivio de' Padri di San Domenico comunicatomi insieme con la testè indicata Pergamena dal sopra mentovato Padre Vicario, vien chiamata Chiesa di Santa Maria in Gallope, la quale con quell'Instrumento fu donata ai Padri suddetti, e fu poi da essi distrutta per dal luogo alla Fabbrica del loro Monastero, potrebbe raccogliersi che la Regione a Moneta Aurea fosse nelle vicinanze del mentovato Convento. Sarebbe perciò da vedersi come abbia colpito nel vero il Fabbri Sag. Mem. pag. 354. allorché sertise, che quella Chiesa di San Vincenzo, la quale per attestato del Rossi Lib. VI. pag. 357. dava circa l'anno 1185. il nome ad una Regione della Città, che dicevasi Regio Sancti Vincentii de Moneta Aurea, si trovasse in quel luogo, ov' è tutt'ora la Chiesa e Parrocchia di San Vincenzo. Il Rossi di tal regione non disse altro, se non che essa era Super Plateam majorem; ciò che non è sufficiente per stabilire l'opinione del Fabbri, ed anche nella Pergamena da me sopra riferita veggiam nominarsi qual confinante con luoghi, o fabbriche di una tal Regione platea publica, quæ vocatur major.

Dal vedersi poi, che almeno fin dal Secolo XI. una Regione della Città chiamavasi a Moneta Aurea, dee sicuramente inferirsi, che se non in que' tempi, certamente prima di essi fosse in quella Regione una Zecca, nella quale battevansi Monete d'Oro. Ma possiamo andare molto più avanti, ed osservare più distintamente, come ne' Secoli anteriori