di tal cosa chiama Strabone Lib. V. e Svetonio in Cæsare Cap. 31. I luoghi di questi due antichi Scrittori sono stati bensì portati, anche da’ nostri Storici, ma ad altro proposito, e con ogni altra intenzione, fuorchè quella di far sapere, che in Ravenna uno o pur anche più Ludi Gladiatorj siano stati una volta; e il luogo di Strabone non è stato ben inteso da essi. Scrive questo Geografo nel luogo citato, che l’aria di Ravenna era saluberrima, aggiungendo ὥστε ἐνταῦθα τοὺς Μονομάχους τρέφων καὶ γυμνάζων ἀπέδειξαν οἱ ἡγεμόνες. Il Roffi Lib. I. pag. 6.
nella Collazione delle Leggi Mosaiche, e Romane, e da altri avanzi d’antica Giurisprudenza, intorno a che meritan d’esser letti Cujacio Obs. L. XIII C. 10 Giacomo Gotofredo ne’Commentarj al Cod. Teodos. Tit. de Plag. e alle legg. 2. e 8. de Pœnis, Scultingio in Jurisprud. Vet. Antejust. ed altri. Fanno pur menzione di queste condanne ne’ Ludi Plinio giovane nelle Lettere, Tertulliano de Spectac. S. Clemente Lib. V. Const. Apoft. Cap. I. ove parla di que’ Cristiani, che dagli Empj solevano essere condannati εἰς Λοῦδον ἢ θήρια ἢ μετάλλον: In Ludum, vel ad Bestias vel in Metallum, e in tal senso pure non so, se s’abbia da intendere Trebellio Pollione in Claudio, ove dice: Claudius omoes, qui rebelles animos extulerant, conducto exercitu rupit, atque in vincula Romam etiam mittit Ludo publico deputandos. Da questi Edifizj o Ludi sembra, cbe poi i Gladiatori, o simil gente, che in essi convivevano, e s’esercitavano, si chiamassero anche Ludarii, e che questo nome, siccome tant’altri vocaboli latini, e l’istesso di Ludo, s’addottasse ancora dai Greci. Negli Atti de’ SS. Taraco, e Probo ec. presso il Ruinart pag. 392. Ed. Veron. leggiamo,