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chè pubblicato soltanto in questo Secolo dal Muratori. Nov. Thesau. Veter. Inscrip. pag. 809. I. E’ questo una Lapida, che in remota Regione ornò il sepolcro di un nostro Ravennate per nome Crispino, e si finge nella medesima, ch'Egli tra l'altre cose accenni la sua Patria in tal guisa ΡΑΒΕΝΝΑ ΗΝ ΜΟΙ ΠΑΤΡΙC ΑΡΧΑΙΑ ΠΟΛΙC. Ravenna autem mibi Patria erat antiqua Civitas.1 Ma Ravenna non solo ha il merito d'essere Città molto antica, ha di più anche l'altro, di essere da gran tempo stata sempre Città sommamente riguardevole e distinta. Il solo sapersi, che essa fu regal sede di alcuni Imperadori Romani, che Sede tu parimente de' Re degli Eruli, e de' Goti, e susseguentemente de' supremi Magistra-


ti man-

  1. Questo Crispino Ravennate s'intitola nella Lapida ΣΤΟΛΑΡΧΗC ΠΟΝΤΙΧΩΝ ΝΕΩΝ Ponticarum Navium Præfectus. E' cosa nota, che per difesa del Ponto Eusino mantenevasi una volta da' Romani un'Armata navale, della quale fanno menzione Tacito Histor. Lib. II e Lib. III e Gioseffo de Bello Jud. Lib. II Cap. 16 dal quale inoltre sappiamo, che essa era composta di quaranta Navi. Dall'essersi questa Lapida di Crispino Ravennate trovata in Chiziro si può raccogliere, che la suddetta flotta fosse solita di far permanenza in quel luogo. Per lo che il chiarissimo Muratori a piè di quest'Iscrizione avverte: Et fane Cyzici fuisse videtur statio Navium ad tutelam Pontici Littoris. Poteva quest'Uom dottissimo in conferma di ciò citare Dione, il quale nel Libro LXXIX. pag. 1356. Ed ult. nomina τὸν στόλον τὸν ἐν Κυζίκῳ ναυλοχοῦντα Classem quæ in Portu Cyzici stationem habebat. Si legga nelle note a Dione il dottiss. Reimaro.