civescovo Felice, il quale dal nuovo Augusto Filippico non solo su richiamato dall’esilio, a cui lo aveva condannato il precedente Imperadore, ma colmo di doni, e d’onori fu rimandato alla sua Chiesa di Ravenna, come narra ampiamente Agnello in tutto il capo quinto della vita di esso Felice Part. II. pag 366. & seq. Probabilmente però l’autorità degli Esarchi fu d’allora in poi in Ravenna molto minore di quel che fosse stata in addietro; onde non poterono essi forse impedire ai Ravennati di tenere il regolamento instituito da Giorgio. Che la distribuzione fatta da questo del nostro Popolo ne’ suddetti Corpi, o sieno Bande, durasse in Ravenna anche dopo ch’Ella ritornò all’ubbidienza de’ Monarchi di Costantinopoli, anzi anche dopo che fu estinto in questa Città ogni diritto di quegli Augusti, e il governo degli Esarchi, oltre all’attestazione di Agnello parmi di trovarne altra prova in un Contratto, o Documento scritto in Ravenna circa l’anno 764., o 765. presso il Muratori Tom. III Antiquit. Med. Ævi. pag. 889. al qual Documento si sottoscrivono quai testimoni due soggetti l’uno in tal guisa Ego Marinus Domesticus Bandi primi, e altro Ego Thophanus Bandi primi Domesticus. Ecco chiara teltimonianza in Ravenna dopo la metà del Secolo VIII. del Bando primo, cioè (per quanto sembra) di quella Classe de’ Ravennati, che nella divisione fatta da Giorgio appellata su Bandus primus. Impariamo dal medesimo Documento, che queste Bande, o Numeri avevano i loro Domestici. Era questa una qualche carica in essi Numeri, o Bande. Negli Scrittori Bizantini si trovano nominati frequentemente i Domestici degli Escubitori, i Domestici degli Icanati, e simili altri, come può vedersi presso il Ducange