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egli è poi certo, che dopo morto Giustiniano Rinotmeto i Ravennati tornarono all’ubbidienza degl’Imperadori di Costantinopoli, e di nuovo si lasciarono reggere dagli Esarchi. Conghiettura il Chiarissimo Muratori all’anno 712., che chi calmò gli animi de’ Ravennati, e fece sì, che questi si soggettassero di bel nuovo agl’Imperadori, fosse l’Ar-


civesco-

    e Paolo, nel qual giorno s’era ottenuta quella Vittoria, con adobbare le Piazze della Città, e con andare in processione alla Chiesa di que’ Santi. Questo racconto d’Agnello non è giudicato improbabile dal Muratori negli Annali all’anno 733., tuttochè in que’ tempi fosse dentro Ravenna l’Esarco Imperiale, il quale suo mal grado avrà dovuto soffrire queste cose in una Città, la quale non aveva ormai molta soggezione di tali Esarchi. Si vegga però anche il Bacchini nelle osservazioni pag. 417. Qui si vuol notare una cosa riferita da Agnello. Dic’egli che i Cadaveri de’ Greci uccisi nella Battaglia furono dai Ravennati gettati nel Po, onde avenne, che per sei anni non si potè mangiare il Pesce del Badareno, & sic fuit ut per annos sex ex Pathereno nullus inde unquam piscem comederet. Sicchè il Badareno somministrava a Ravenna il Pesce. Con ciò resta illustrato un documento Ravennate dell’anno 943. presso il Muratori Tom. VI. Antiquit. Med. Ævi pag. 456. nel quale si fa lunga menzione di un Collegio di Pescatori del Badareno, Scholæ Piscatorum Patoreno. Ivi essi promettono di dare all’Arcivescovo di Ravenna una determinata quantità di pescagione, che facessero in prædicto Patoreno ubi soliti sumus piscari, sono parole del Documento, che nomina ancora lo storione, ed altro pesce, che in essa Badareno prendevasi.