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XV

AL CORTESE LETTORE.


I

N una delle adunanze, che sogliono tenersi dalla nostra SOCIETA' LETTERARIA, istituita già da più anni ad illustrare principalmente le cose della Patria, lessi nel Decembre dell'anno 1755. una mia Dissertazione sopra varj edifizj profani, stati anticamente in questa Città. Degnaronsi di venir ad udirla l'Emo ENRIQUEZ allora nostro Legato, e Monsignor BERNARDINO ONORATI ora Nunzio a Firenze, e allora nostro Vicelegato, Perfonaggi amendue di merito incomparabile, i quali ad un singolare complesso di quelle virtù, che si ricercano in chi presede al governo de' popoli, congiungevano molta cognizione nelle Scienze, nelle buone arti, da essi sempre mai onorate, e protette. Sì l'uno, che l'altro di questi così riguardevoli Soggetti, e con essi varie erudite Persone mie amiche, mi consigliarono allora a dar maggiore estenfione a ciò, che in quella Dissertazione io aveva ristrettamente trattato, e a formarne coll'unione delle altre fabbriche, di cui io m'era dispensato ivi di favellare, una giusta operetta da pubblicar colle stampe. Non ebbi allora nè voglia, nè comodo d'intraprendere seriamente una tale fatica. Bensì sul finire dell'anno 1757. parendomi, che le cose, le quali frattanto m'erano venute sotto degli occhj, fossero ormai bastanti a formare l'accennata operetta, e messo anche in sospetto, che qualcuno stesse componendo altra opera spettante ad antichità Ravennati, nella quale volesse parlare eziandio di molte antiche fabbriche di questa Città, cosi prevenirmi (il qual sospetto, e timore fu poi da lì a varj mesi scoperto vano) mi diedi in fretta a stendere alla meglio, che potei, successivamente a stampare i presenti due libri, i quali, lungo tempo dopo la loro impressione, ora presento da leggere. Col dire, che in fretta composi, e stampai questi libri ho già dichiarato bastantemente, non essermi toccata la forte tanto desiderabile, ut refrigerato inventionis amore diligentius repetitos tamquam lector perpenderem, per dirlo con le parole di Quintillano: il che dovrà rendere vie più facile il discreto Lettore a compatire qualunque difetto, che ne' medesimi sia per incontrare. L'ordine propostomi è di parlare nel primo libro di quelle fabbriche, che quantunque si ritrovassero una volta in questa Città, o nelle sue vicinanze, non furono però, almeno di primaria intenzione, erette a riguardo, o per vantaggio di essa: laddove nel secondo ragiono di quegli edificj, che per ornamento, o utilità della medesima, o del suo popolo furono fatti. Nel far uso d'O


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