tiche cose di questa stessa Città, e coll’illustrarle per mezzo della sua Opera della Ravenna Dominante, ha lasciato un’esempio assai vivo ad altri di far lo stesso, fu la primiera cagione del suddetto mio divisamento. Parevami, che tali opere a niuno meglio consecrar si potessero, che o a coloro, per nobile imitazione de’ quali esse sieno state composte, o almeno (dove questi non più tra noi, se non se con le loro produzioni e con l’illustre memoria si trovino) a coloro, che come delle sostanze, così della gloria ancora, e del nome di essi fieno eredi. Ecco dunque come sul bel principio mi cadde in pensiere d’ornar col nome d’uno di vostra Famiglia questo mio Libro. Ma quanto più mi dovetti poi confermare nel pensiere medesimo, allorchè fissato più attentamente lo sguardo ne’ pregi di essa vostra Famiglia, e richiamato a memoria quanto di dignità e di splendore da molti secoli in quà rechi Ella per mezzo de’ Soggetti da lei prodotti, a questa nostra Città, considerai degnissima essere la medesima, che ogni buon Cittadino si sforzi